Un primo giugno alternativo. Dopo il lungo periodo di sofferenza causato dal lockdown, i fedeli dello scialpinismo, gli highlander dei pendii innevati, cercano ancora qualche buon itinerario su cui tirare due curve.
Il freddo intenso e prolungato del mese di maggio ha permesso a tanti itinerari di rimanere in condizioni favorevoli per essere sciati. In Valmalenco siamo fortunati, ad alta quota si può ancora sciare e con poco portage.
Mi basta un messaggio la sera del 31 maggio per convincere il campione Giovanni Rossi ad andare a fare il Pizzo Cassandra.
Questo itinerario è un classicissimo della zona, molto frequentato nel periodo primaverile, quando il portage non è sfavorevole e sfiancante. È un giro abbastanza lungo (circa 1700 metri di dislivello positivo) ma l’ambiente è di primo livello: si è infatti al cospetto della sua parte più severa del Monte Disgrazia, della Punta Kennedy e del Pizzo Ventina, con il suo imponente ghiacciaio. Nonostante la quota non sia elevata (3226 metri la cima) si respira un’aria di alta montagna. Il ghiacciaio del Ventina infatti parte poco sopra il rifugio Gerli Porro a circa 2300 metri di altitudine e questo permette di godersi pienamente quasi mille metri di ghiacciaio.
La mattina del primo giugno la sveglia suona molto presto. Mai come in questo periodo è necessario rientrare alla base in tarda mattinata per evitare che la neve si sciolga eccessivamente e non rischiare cedimenti dei ponti sui crepacci. Riusciamo a “mangiarci” il portage fino ai rifugi Gerli Porro e Ventina in poco tempo. Troviamo altri nostri amici sul percorso con cui condivideremo una parte della salita. Passiamo velocemente il tratto forse più noioso della gita: l’avvicinamento alla vedretta del ghiacciaio. Il passo è buono ma stare dietro a Gio non è cosa facile. Lui fortunatamente non è in clima gara e preferisce aspettarmi e fare insieme tutta la salita. Per lui è la prima volta su questa montagna e per me è un grande onore accompagnarlo.
Indossati finalemente gli sci, proseguiamo risalendo in fretta in ghiacciaio, ammirando l’immensa serraccata della Punta Kennedy. Passando sotto la parete Nord Ovest del Cassandra notiamo che la parete è in ottime condizioni. La terminale è ben chiusa e la neve sembra dura e stabile. L’idea iniziale era quella di salire dalla Via Normale dal Passo omonimo e percorrere tutta la lunga cresta fino alla cima. Tuttavia, la parete Nord Ovest regala una via di salita sicuramente più complicata ma anche più veloce (per chi ha gamba - chiaramente). Scegliamo allora di ingaggiarci in questa bella parete. Vediamo al di sopra di noi un’altra cordata che sta affrontando la parete in conserva lunga. Anche noi abbiamo ovviamente dietro la corda ma preferiamo salire slegati perché entrambi siamo in confidenza su queste pendenze. L’essere slegati ci permette di salire molto più velocemente. Le pendenze non sono difficili e si aggirano sui 45°. Per chi non è abituato sicuramente non è la via per iniziare. Dall’inizio della parete fino alla cima sono circa 300 metri di dislivello. Gio decide di mettere bel passo gara e io cerco di non sfigurare. Risultato: in poco più di un quarto d’ora siamo in cima al Cassandra facendo anche un paio di foto.



E' una giornata super ed dalla cima si riesce a godere di un’ottima visuale su tutta la Valmalenco.
Da qui è possibile ammirare tutto il gruppo del Bernina, la parete nord del Disgrazia e tutte le montagne della Val Masino.
Dopo una barretta veloce guardando il panorama ed un paio di foto di vetta, partiamo correndo allegramente verso il passo Cassandra, scendendo stavolta dalla Via Normale. Calziamo gli sci al passo e subito ci gettiamo in una rapida discesa: la neve è eccezionale ed il timing perfetto. In questa stagione è necessario calcolare perfettamente l’orario di discesa per godersi appieno il firn.
Dopo una discesa prettamente “primaverile” ci fermiamo al Rifugio Gerli Porro per una birretta con altri nostri amici. Il clima è tranquillo e le prime persone stanno giungendo qui sopra per godersi il pranzo. Una delle cose che più mi piacciono di questa stagione è il fatto che tutto si debba svolgere ad orari improponibili. Questo permette di avere tutta la giornata davanti quando si finisce.
Infatti per pranzo saremo già a casa.
Gita fantastica, molto varia e con un po’ di ingaggio che non guasta mai.
Un bel colpo per essere giugno!
Francesco Verdino
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