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THE SOUTH PRO TEAM: FRANCESCO VERDINO

Aggiornamento: 9 dic 2021

di Lorenzo Scarpellini



Ciao Francesco, parlaci un po’ di te e del tuo rapporto con la montagna.


Buongiorno a tutti, non amo tanto parlare di me. Ho sempre preferito tenere un profilo parecchio basso. Nasco come sciatore. Il mio amore per la montagna lo coltivo fin da bambino, partendo ovviamente con mezzi e risorse economiche limitate e in una posizione di svantaggio rispetto ad altri: ho sempre vissuto a Milano e questo comporta lunghi ( o brevi - dipende da quale punto di vista si vogliano guardare le cose ) spostamenti e viaggi. Adesso amo tutto della montagna, sopratutto durante la stagione invernale. Skialpare è ovviamente la disciplina che amo di più. Sopratutto in primavera, quando hai meno rischio a livello di valanghe e lunghe gite in quota. Le cascate di ghiaccio seguono a ruota lo scialpinismo. L’estate - che per me è un breve periodo di transizione tra due inverni ( scio fino a luglio inoltrato se le condizioni sui 4000 lo permettono ) - la passo meglio da quando sono riuscito ad alzare il grado dell’arrampicata su roccia. Non amo il trekking a causa dei lunghissimi e noiosissimi rientri a valle.




Vivi e lavori a Milano. Come riesci a conciliare lavoro e attività sportiva?

Non sembra, ma Milano è un buon posto per vivere la montagna ed allenarsi al meglio: chiaramente sei in svantaggio rispetto a chi vive e lavora nelle valli ma hai una marcia in più rispetto a chi vive in altre città del Nord Italia. Sicuramente faccio una vita frenetica facendo su e giù dalla Valmalenco, dove ho la casa. Riesco ad allenarmi almeno 3 volte a settimana sugli sci: 2 uscite serie più una notturna, con partenza improponibile dopo il lavoro e ritorno a notte inoltrata. Nei giorni in cui sono a Milano mi alleno parecchio correndo - sport in cui mi difendo - e andando in bici da corsa. Tendenzialmente mi piace svegliarmi presto e allenarmi prima di andare al lavoro. Un’oretta di bici, rulli o corsa aiutano ad integrare i duri allenamenti in montagna. Sicuramente è un grande sacrificio fare tutto questo, ma io lo amo profondamente e non mi pesa.




Che cosa ti ha spinto a fondare The South Adventures?


The South è nata per dare a tutti una possibilità di vivere la montagna al meglio. Mi piace trasmettere la mia passione alle altre persone. Credo che sia fondamentale in ogni ambito della vita. Oltre a questo, sono fermamente convinto che si debba allo stesso tempo salvaguardare l’ambiente in cui viviamo. Ogni anno vedo con i miei occhi i ghiacciai ritirarsi e perdere molti metri. Il sogno è che tutte le persone guardino i nostri territori con occhi diversi e con la voglia di preservarli. Anche se costa fatica.





Che risultati ti aspetti da questo progetto e perché pensi che possa riguardare tutti gli appassionati di montagna?

Da questo grande progetto mi aspetto due cose: la prima è donare alle persone la possibilità di andare in montagna, soprattutto a chi non le ha mai avute. Creare aggregazione sarà fondamentale. Mi piace lavorare con i giovani ed gli adolescenti, troppe volte svogliati e senza stimoli. La montagna è maestra di vita. Vorrei riportare i giovani in montagna. La seconda cosa, non meno importante, è che introducendo un modo innovativo di fare montagna, anche gli appassionati e i fedelissimi della categoria, possano prenderne spunto e cercare di tutelare l’ambiente nelle loro uscite. Il cammino sarà lungo e duro, ma è appena iniziato e io ho grandi speranze!





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