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THE SOUTH PRO TEAM: GIOVANNI ROSSI

Aggiornamento: 9 dic 2021

di Francesco Verdino

Fotografie di Lorenzo Scarpellini




Conosco Giò da un po’ di tempo ormai. Allenandoci sugli stessi itinerari e nelle stesse fasce orarie mi incuriosivo nel vedere arrivare un missile terra aria pronto a mangiarsi la traccia e superarmi in brevissimo tempo. Nel sorpassarmi non mi sono mai stati negati né un sorriso né un saluto. Differenza abissale di ritmo e di attrezzature a parte, sicuramente siamo entrati in sintonia perché per entrambi lo scialpinismo è una passione ed uno stile di vita. Negli ultimi tempi condividiamo anche qualche uscita (quando deve fare le sessioni di scarico ovviamente). Lo seguo da lungo tempo soprattutto nel mondo gare. Quando ha vinto il mondiale lo scorso anno, sarà perché è l’atleta simbolo della mia valle adottiva – la Valmalenco – e perché ci conosciamo di persona, è stato per tutti un momento di gioia. Ricordo di aver passato le giornate in ufficio con il telefono sempre acceso pronto a ricevere gli aggiornamenti sui risultati delle gare in cui correva. Alla prima vittoria ero emozionato anche io. Immaginatevi lui. Alla seconda è stato il massimo.

Una persona sincera, che vive in maniera sana lontano dai riflettori. Una persona tutta di un pezzo. Non lo ho mai sentito vantarsi delle sue performance o dei suoi risultati.

Gli ho chiesto questa intervista per The South Adventures nei giorni di quarantena: qualche domanda diversa e qualche piccolo segreto non sono mancati.

Sono le 10 e 30 di mattina. Appena compare sullo schermo, mi chiede di aspettare un secondo: deve aprire l’ombrellone. È sul balcone di casa sua e a Lanzada splende un caldo sole primaverile.

Dopo i saluti iniziali e un paio di battute, parto subito con le domande.




Come ti chiami, quando sei nato e dove vivi?


Mi chiamo Giovanni Rossi, vivo in Valmalenco e sono nato il 30 settembre del 1999. Sono uno scialpinista e trail runner e corro per la Nazionale Italiana da qualche anno (quest’anno primo anno in categoria Espoir), per il Team La Sportiva e per la Sportiva Lanzada.

Che cosa ami della tua valle?


Della mia valle amo i posti che ci sono e che vivo tutti i giorni. Non c’è mai troppa gente ed è abbastanza tranquilla. Il numero di posti ed itinerari è infinito e di neve per fortuna ne arriva sempre tanta.


Che stagione preferisci? Meglio estate o inverno?


(ride ndr)

Entrambe, probabilmente non riuscirei a scegliere!

Parlami un po’ di come ti alleni, quante uscite fai in una settimana e quanto dislivello percorri in un anno.


Precisamente non saprei dare una risposta: come dislivello siamo intorno ai 250 000 l’anno circa, tra estate ed inverno. Mi alleno sette giorni su sette, nei momenti cruciali della stagione anche due volte al giorno. Ho lunghi periodi di carico.



Lavori anche?


Si, al momento lavoro alla Decathlon di Castione Andevenno e riesco a conciliare in maniera abbastanza tranquilla sport e lavoro.

Raccontaci la tua prima esperienza in Nazionale.

Era il 2017. Sono stato convocato come scialpinista. E’stato molto emozionante entrare a far parte di un mondo che non mi apparteneva: ho sempre guardato il Bosca (Michele Boscacci) e gli altri come se fossero dei miei idoli. Trovarsi lì con loro è stato emozionante. Ero molto teso. La mia prima gara fu un’individual race. Eravamo in Svizzera e alla prima gara in Nazionale riuscii a strappare un ottavo posto. Nella Sprint invece strappai un bel sesto posto! Su una quarantina di atleti. Da quel momento non ho mai smesso di credere a questo sogno e ho cominciato ad allenarmi con continuità. Era il primo anno che facevo gare ed era per me un mondo nuovo. Non mi ero posto come obbiettivo di entrare in Nazionale. Da quel giorno è cambiato tutto!



Immagino che per te sia una passione vera e propria lo Scialpinismo allora!


Certo che lo è. Allenarmi con costanza e fare sacrifici non mi pesa. E’uno sport figo e amo stare sempre in giro. L’anno scorso ad esempio ho sciato fino al 31 Maggio visto che le condizioni lo permettevano! E le gare erano finite da molto tempo. Se non hai una passione in questo mondo tutto diventa più difficile soprattutto allenarsi con continuità.

Domanda strana: qual è la montagna che ami fare di più durante i tuoi allenamenti?


Sicuramente il Pizzo Scalino. Perché ogni volta che arrivo in cima mi sento libero e posso pensare a tutto quello che voglio. Resto sempre in cima almeno 10/15 minuti a godermi il panorama. Lo prendo come un momento di libertà assoluta.



Raccontaci un sogno che hai già realizzato a livello sportivo

.

Vincere i mondiali l’anno scorso! Ci ho creduto fin da inizio stagione. Ho visto che già dalle prime tappe di Coppa del Mondo riuscivo ad andare bene ed ero lì davanti a giocarmi le prime posizioni. Ai mondiali ero al Top della forma e stavo da Dio. Subito nella Sprint, già dai primi metri e dalle qualifiche ero tranquillo. In finale non ero teso. Sono partito subito cattivo e sono riuscito a portarmi a casa il primo titolo. Lì ero veramente emozionato anche perché c’era tutta la mia famiglia a guardarmi. Nella Sprint ho vinto addirittura con margine. Ed è stato grandioso. Così come per il secondo oro nell’individuale: con già una medaglia al collo mi sentivo tranquillo. Alla partenza ho lasciato sfogare gli altri e sulla prima salita ero ottavo. Sono salito con il mio passo. Ma poi – mi conosci – alla fine della prima discesa ero già davanti. (ridiamo entrambi per circa un minuto abbondante). E dopo sono riuscito a stare li davanti e vincere. E a quel punto non ci credevo ancora. Uno dei ricordi più belli che ho è vedere i miei genitori emozionati durante il podio della Sprint. Poi purtroppo visto che hanno posticipato di un giorno la gara individuale sono dovuti tornare a casa per lavorare.




Ti chiedo altri due sogni: uno sportivo e uno non sportivo che vorresti realizzare assolutamente.


Quello sportivo è sicuramente vincere una tappa della Grande Course. Probabilmente la Pierra Menta. Perché è una gara pazzesca e con tanta gente. L’ho già fatta un paio di volte. Mi piacerebbe vincerla col Bosca o con Robert (Antonioli ndr).

Quello non sportivo invece è costruire una vita normale: come i miei genitori. Costruirsi una casa qui in valle e mettere su famiglia.




Questa è difficile e personale: raccontaci il momento più bello sportivo al di fuori di una competizione. Mi spiego meglio: quando tramite lo sport sei riuscito a fare qualcosa di buono al di fuori di una competizione? Qualcosa che ti è veramente rimasto dentro.


L’aver aiutato mio fratello a guarire dall’infortunio grosso che ha avuto. Aiutarlo a riprendersi al meglio portandolo in giro con me più spesso rispetto a prima mi ha riempito di qualcosa che prima non avevo.




Raccontaci un aneddoto particolare che nessuno sa. Svelalo per i tuoi fan!


Difficile da dire ma forse ne ho uno: la sera prima di ogni gara mi riguardo le stories e i video della vittoria al Mondiale lo scorso anno. Ed in più la festa a sorpresa che mi hanno fatto qui a Lanzada quando sono tornato! In questo modo, mi do una carica in più!

Tre parole per descriverti.


Sportivo, costante e determinato: quando devo fare una cosa, la faccio e basta!

Qual è la montagna che vorresti scalare al più presto?

Il Bernina (ride): con calma si fanno poi tutte le altre!



Olimpiadi e scialpinismo. Cosa ne pensi? A che punto siamo? Merita lo Scialpinismo di arrivare alle Olimpiadi?


Lo merita di sicuro: da quello che si dice in giro in teoria dal 2026 diverrà sport olimpico. E’ uno sport che ormai ha tanto seguito. Io sarei al top della forma in quegli anni. E sto sognando di essere lì a rappresentare l’Italia! Speriamo! Dai che l’individuale la facciamo qui al Pizzo (Scalino) e vinco l’oro sulle montagne di casa. Quello sarebbe un gran sogno!



Con quali atleti della Nazionale ti trovi meglio?


Con il Bosca oltre che con tutti gli altri ragazzi: è un bell’ambiente, nessuno ti fa sentire escluso.

Con il Bosca sicuramente ho legato di più anche al di fuori del mondo gare. Poi abbiamo in comune lo stesso sponsor che ci fa gli sci (Ferrari Ski Service) e spesso glieli porto su e giù da Sondrio per evitargli un giro.

Ultima domanda: Salita o Discesa? In qualunque sport.


Discesa. Senza dubbio. Vertical bocciati. Gas a martello e giù tutta.



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