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THE SOUTH PRO TEAM: DAVIDE BERNARDI

Aggiornamento: 9 dic 2021

di Francesco Verdino

Fotografie di Lorenzo Scarpellini




Ciao Davide, Innanzitutto benvenuto nel Team! Parlarci di te e di come è nata e cresciuta la tua passione per gli sport di Montagna.


Ho passato l’infanzia e tutte le vacanze estive e invernali in montagna, dai nonni, venivo parcheggiato li per settimane intere, era un paesello piccolo, con molta libertà. Passavo il tempo nell’orto e nella stalla col nonno e mio cugino, a scorrazzare per le valli in bici e con il trial, a pescare e costruire qualsiasi cosa sugli alberi. La prima vera passione è stata la bici, in ogni forma dalla Mtb, il trial e la DH, che mi ha gasato fino a 23 anni. Dopo di che causa lavoro ho smesso con le gare di bici, c’era poco tempo libero e dovetti trovare qualcosa di nuovo che potessi praticare più spesso e vicino casa. La curiosità di salire in alto in montagna c’è sempre stata e quasi per gioco un’estate ho scoperto l’arrampicata.

Ciao, è stato subito un trip!

Tornato a Milano mi sono iscritto a un corso e in una palestra e quel momento in poi, assieme ad un amico, abbiamo iniziato a frequentare la Grignetta, con il caldo, il freddo e anche sotto la neve, eravamo sempre lì. Sempre assieme a lui ho fatto anche le mie prime pellate, quella volta in notturna su Marmolada fu epica; zaini strapieni di chissà cosa poi, palettoni ai piedi e frontale, ma eravamo gasatissimi.

Guardavamo gli atleti con tantissima ammirazione, volevamo diventare bravi come loro ma soprattutto volevamo provare a vivere in montagna e di montagna.

Dopo diversi anni di preparazione finalmente l’obiettivo di entrare nel corso per Guide Alpine è diventato realtà e spero che possa essere questa la mia vita.




Sei forte nell'arrampicata, quali sono gli aspetti che più di piacciono di questa disciplina?


Hahaha non esageriamo, quelli forti sono ben altri! La cosa che mi piace di più nell’arrampicata è il posto. Deve essere bello, estetico. Mentre la roccia che preferisco è sicuramente il calcare, sarà anche una scelta un pò forzata dal fatto che abito a Milano e la roccia prevalente vicino a casa è quella. Quando scalo in falesia sono attirato dalla lunghezza dei tiri e dai suoi colori. Adoro i lunghi tiri di continuità a tacchette e gocce sui muri grigi e rossi.

È una cosa che ricerco ancora di più nelle cascate di ghiaccio, la cosa che mi colpisce di una linea ghiacciata è la sua forma, il contesto. È uno dei criteri con cui scelgo le cascate da salire, la difficoltà passa in secondo piano.

Uno dei migliori luoghi che ho trovato per scalare d’inverno sono le Dolomiti. Mi fa impazzire il contrasto tra il bianco e azzurro delle cascate e il giallo della roccia circostante. È semplicemente stupendo!

Un posto che mi ha davvero stregato è il Verdon, dove estetica, roccia e ambiente creano un mix micidiale.






Quali sono stati i progetti che ti sono rimasti dentro e quali sono quelli per il futuro?


I posti dove ancora non sono stato e voglio sicuramente andarci sono ancora molti. In altri sono stato solo per una toccata e fuga e meriterebbero di certo un’altra visita.

Tra questi sicuramente ci sono alcune zone delle Dolomiti, come le Tre Cime, con la sua Hasse Brandler o Tempi Moderni in Marmolada.

Sono itinerari di cui ho sempre parlato e sognato fin da quando ho iniziato a scalare e ora sono dei pallini fissi. Ho provato ad organizzare diverse volte per andarci ma è sempre saltato per cause meteo o per altri impegni.

Oltre confine invece, in Svizzera, c’è il Wenden, spettacolo puro, e bisogna tornarci assolutamente e soprattutto belli allenati!

Infine il rinomato Monte Bianco, da fare ce né per tre o quattro vite, e anche di più, ma il Pilone Centrale è in programma già da molto tempo.


Arrampichi con Luca Pompele già da un po' di tempo, parlaci della vostra amicizia e raccontaci qualche aneddoto.


Luca è un caro amico da ormai diversi anni. L’ho conosciuto tramite un amico e suo collega.

Per un breve periodo abbiamo lavorato entrambi da Sport Specialist. Lavorando in due negozi diversi era praticamente impossibile riuscire ad organizzare qualcosa assieme a causa dei turni di lavoro, ma dopo aver cambiato lavoro e aver iniziato il corso per Aspiranti Guide Alpine, ci sono state diverse occasioni.

Luca è una persona con tantissima voglia di imparare e migliorare e con la scusa di allenarmi e preparare gli esami del corso, si offre come cavia umana pronta al sacrificio! A seconda della stagione ci organizziamo per qualche cresta, sciata o arrampicata.

Ah proposito un messaggio direttamente per lui: prepara scarpette e magnesite che ho qualche progettino per l’estate… appena saremo liberi di muoverci.


Stai studiando per diventare Guida Alpina, perché?


Quando ho iniziato ad andare in montagna e mi dilettavo in tutte le discipline, cercavo di migliorarmi e crescere ogni volta, per diventare sempre più bravo e polivalente. Per farlo guardavo la gente più brava di me e rubavo qualche piccolo segreto o accorgimento, alcune di queste persone erano Guide Alpine e li guardavo con ammirazione.

Mi piaceva l’idea di poter diventare un punto di riferimento per queste attività, ma soprattutto ci mettevo molta passione nell’apprendere e nel trasmettere le cose che imparavo ed è così che approccio tutt'ora alla montagna.

C’è stata una persona, un amico, che mi ha trasmesso molto per quanto riguarda lo sci e scialpinismo e lo ha fatto con grandissima passione, e questa passione e voglia nel trasmettere qualcosa agli altri è quello che mi spinge ad andare avanti. Non importa se stai andando a fare una via tecnicamente difficilissima e pericolosa in un posto sperduto e famoso o una vietta sportiva dietro casa. L’importante è che quello che fai, lo fai con passione, la difficoltà è sfruttare questa tua passione nel trasmettere le conoscenze. Poi starà ad ogni singola persona trasformare quell’entusiasmo e farlo suo.

Quando sono in giro con amici e si è gasati, stracontenti di quello che si sta andando a fare, la difficoltà tecnica cade in secondo piano, la cosa principale è il divertimento. L’entusiasmo di essere li a fare qualcosa che ci piace e sapere che questo entusiasmo riesco a trasmetterlo al socio mi appaga molto.





Vivendo in provincia di Milano, ti sembra di avere uno svantaggio rispetto alle aspiranti guide che vivono in località di montagna?


Vivere in città ha i suoi pro e i suoi contro, uno dei vantaggi è sicuramente il bacino di utenza e le persone che si possono incontrare. Il movimento arrampicata sta crescendo molto, anche grazie alle numerose palestre che continuano ad aprire. Se prima si scalava e ci si allenava in palestra con l’obiettivo di migliorare la prestazione in falesia e montagna, ora moltissima gente si è avvicinata a questo sport vedendolo come

un’attività fisica a sè, come può essere il Fitness, praticandolo anche solo in palestra.

Questo sicuramente è un vantaggio perchè ti dà la possibilità di avvicinare queste persone tramite i corsi e trasmettergli la passione e l’interesse per la parte out dell’arrampicata, e poi da cosa nasce cosa.

Il lato negativo è che per praticare tutti gli aspetti della mia passione, scalare, sciare, trekking, ogni volta devi prendere la macchina e spostarti. Se va bene guidi un’ora per raggiungere il posto, ma 2 o 2 ore e mezza sono nella norma. Questo mi spiace, perchè vorrei e preferirei uscire dalla porta di casa e trovarmi già a pochi passi dalla natura. Primo per comodità e tempo, perchè vivendoci si è sempre sul pezzo, sul meteo, condizioni, ecc e poi perchè si sfrutterebbero meglio i piccoli ritagli di tempo, con brevi uscite anche solo per una sgambata di mezz’ora nel bosco prima di cena. Poi anche per un fatto ambientale, siamo tutti troppo legati per comodità e necessità all’auto, riuscire praticare un’attività senza prendere la macchina sarebbe top. L’obiettivo delle nostre uscite è quello di godere di pendii vergini, scalare sul belle pareti immerse nella natura, se per farlo devo guidare due ore, prendere l’autostrada tutte le volte, mi perde un pò di significato.





Cosa ti ha invogliato a prendere parte al progetto The South Adventures?


Quando Luca mi parlò la prima volta di questo progetto ne era entusiasta.

Mi spiegò l’idea e le persone che c’erano dietro, soprattutto di Francesco, il suo fondatore, un ragazzo amante della montagna, invasatissimo di sci e delle altre discipline che voleva fare qualcosa di più, di diverso dal solito. L’idea di provare e poter andare in montagna cercando di essere più ecologici e rispettosi della natura mi interessava molto.

Viviamo in una società in cui molte cose ormai si danno per scontato, sembra una frase fatta, ma secondo me i veri valori si stanno perdendo, troppa moda, troppa tecnologia, troppo interesse nell’apparire come è meglio farsi vedere dagli altri. La bellezza di godere di una vita e cose semplici, come una passeggiata nel bosco senza cellulare in mano, una serata tra amici in rifugio, o passata a parlare di fronte al camino sono i momenti da apprezzare di più.

Infine la voglia di trasmettere le conoscenze tecniche e queste attenzioni agli altri sono i motivi per cui ho deciso di entrare nel team.

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